Cookie Consent by Free Privacy Policy website Artisti in guerra
febbraio 24, 2023 - Castello di Rivoli

Artisti in guerra

Da #franciscogoya a Salvador Dalí, #pablopicasso, Lee Miller, Zoran Mušič, Alberto Burri, Fabio Mauri, Bracha L. Ettinger, Anri Sala, Michael Rakowitz, Dinh Q. Lê, Vu Giang Huong, Rahraw Omarzad e Nikita Kadan

Mostra a cura di Carolyn Christov-Bakargiev e Marianna Vecellio
15 marzo – 19 novembre 2023

La nuova attività espositiva 2023 del #castellodirivoli #museo d’Arte Contemporanea prende avvio al terzo piano della Residenza sabauda con la #mostra collettiva a cura di Carolyn Christov-Bakargiev e Marianna Vecellio Artisti in guerra. Da #franciscogoya a Salvador Dalí, #pablopicasso, Lee Miller, Zoran Mušič, Alberto Burri, Iri e Toshi Maruki, Fabio Mauri, Bracha L. Ettinger, Anri Sala, Michael Rakowitz, Dinh Q. Lê (con opere tra l’altro di Le Lam, Phan Oanh, Nguyen Thu, Truong Hieu, Nguyen Toan Thi, Kim Tien, Quach Phong, Huynh Phuong Dong, Minh Phuong), Vu Giang Huong, Rahraw Omarzad e Nikita Kadan.
La #mostra presenta più di 140 opere di 39 autori realizzate da artisti che si trovavano o si trovano in guerra. Empatiche, sofferte, esprimono disagio ma anche grande umanità.

La #mostra prende spunto dai Desastres de la Guerra (Disastri della guerra), 1810-1815, di Francisco José de Goya y Lucientes e sviluppa il tema della guerra e della soggettività post traumatica attraverso opere storiche e nuovi progetti di importanti artisti contemporanei.
Artisti in guerra include prestiti provenienti da importanti istituzioni pubbliche e private italiane e internazionali oltre a due nuove committenze, opere inedite realizzate per l’occasione dall’artista afgano Rahraw Omarzad (Kabul, 1964), e l’artista ucraino Nikita Kadan (Kiev, 1982). Entrambi gli artisti condividono una pratica connessa a quella di promotori culturali offrendo un messaggio di grande impatto emotivo e umano oltre che sociale e politico. Originate a partire da scenari di conflitto e di profondi cambiamenti geopolitici, le loro prassi invitano a riflettere sull’importanza di trovare nell’espressione creativa narrazioni di cura e di pace.

Sostiene Francesca Lavazza, presidente del #castellodirivoli #museo d’Arte Contemporanea: “Questa #mostra, ultima del percorso espositivo artistico di Espressioni che si è sviluppato negli anni, raccoglie una riflessione profonda sulla contemporaneità, grazie al lavoro degli artisti che attraverso i secoli hanno saputo raccontare le discontinuità del presente e la conflittualità, interpretata attraverso la loro personale sensibilità nel tempo che stavano vivendo. Le opere esposte riescono così a scuotere il pubblico su tematiche controverse e difficili, rappresentando gli orrori della guerra, trasversali a tutti i conflitti. Ringrazio Carolyn Christov-Bakargiev e Marianna Vecellio per questo coraggioso progetto destinato a fare riflettere la coscienza collettiva”.

IL TEMA

“Nato inizialmente come ultimo capitolo del progetto pluriennale di mostre e ricerca Espressioni”, afferma il direttore Carolyn Christov-Bakargiev, “gli eventi internazionali recenti ci hanno portato a realizzare una nuova mostra ad hoc che indaga il significato della guerra, a domandarci come alcuni esseri umani particolarmente empatici, gli artisti, elaborino la violenza organizzata e solo apparentemente razionale della guerra evidenziandone l’orrore oppure per contrasto il suo mistero – sospeso come è tra massima imprevedibilità e massimo calcolo. Per il filosofo greco presocratico Eraclito, l’essere si rivela nella guerra, Πόλεμος πάντων μὲν πατήρ ἐστι (polemos pantōn men patēr esti – la guerra è padre di tutte le cose). Il filosofo francese Emmanuel Lévinas, subito dopo la Seconda Guerra Mondiale che egli trascorse in parte in un campo di prigionia tedesco, ci ricorda che l’essere si rivela al pensiero filosofico come guerra cioè nel contrasto tra la finitudine della morte – massimamente percepibile in guerra – e l’incommensurabilità senza limiti dell’esistenza. In questo intervallo o interregno tra vita e morte, l’artista trova nell’arte un modo per tirarsi fuori dal conflitto e dal pensiero avversariale e per espandere all’infinito il tempo e lo spazio, anche quotidiano. Attraverso una serie di esempi del passato e alcune opere nuove realizzate da artisti oggi in guerra, questa #mostra vuole indagare il tema culturalmente, psicologicamente, esteticamente, storicamente, filosoficamente. Per aprire una riflessione che vada oltre la semplice rimozione della guerra, oltre la spiegazione meramente economica di essa, oltre la paura o – altra faccia della stessa medaglia – la sua celebrazione come necessità e minor male”.

Maggiori informazioni nel comunicato stampa da scaricare