Cookie Consent by Free Privacy Policy website Presentazione del libro La storia dell’arte dopo l’autocoscienza. A partire dal diario di Carla Lonzi di Carla Subrizi
aprile 27, 2021 - Galleria Nazionale

Presentazione del libro La storia dell’arte dopo l’autocoscienza. A partire dal diario di Carla Lonzi di Carla Subrizi

Venerdì 30 aprile 2021, ore 18.00

Evento online

Introduce e modera:

Lara Conte

Intervengono:

Manuela Fraire

Sharon Hecker

Laura Iamurri

Federica Muzzarelli

Francesco Ventrella

sarà presente l’autrice Carla Subrizi

Venerdì 30 aprile, con un incontro #online alle ore 18.00, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea presenta il #libro di #carlasubrizi dal titolo La storia dell’arte dopo l’autocoscienza. A partire dal diario di Carla Lonzi, per le edizioni Lithos.

“In questo #libro mi rivolgo a quello che potrebbe essere definito un punto di partenza per un nuovo approccio alla storia dell’arte a partire dagli scritti nati da una figura chiave del femminismo italiano: #carlalonzi. Gli scritti da cui sono partita per una riflessione su come sia possibile oggi trovare un punto di incontro tra la storia dell’arte e una specifica componente del femminismo italiano, ovvero la pratica dell’autocoscienza, sono i diari di Carla Lonzi” (Carla Subrizi). 

La lettura dei diari di #carlalonzi, intitolati Taci, anzi parla. Diario di una femminista, costituisce per chiunque si avvicini ad essi una esperienza che non è esagerato definire tellurica. Sono stati scritti tra il 1972 e il 1977 e sono pubblicati nel 1978 dalle edizioni di Rivolta Femminile. Quale è il lascito profondo che ancora trasmettono? È possibile proseguire un percorso che proprio Lonzi aveva interrotto prendendo le distanze dalla storia dell’arte per il femminismo nel 1970, ovvero prima della scrittura dei diari? L’idea di questo #libro è che l’autocoscienza sia stata una pratica all’interno della quale intimità, storia, scelta politica del femminismo, condizioni traumatiche millenarie, forme inedite del tempo, particolare scrittura che il suo racconto richiedeva, abbiano trovato un modo di incontrarsi e di interagire inedito.

L’ipotesi è che la storia dell’arte possa assorbire nella sua pratica (poiché non è una metodologia) quelle interazioni e che le forme di temporalità, di narrazione, di costruzione delle relazioni, possano essere in parte vicine a un’esperienza diremmo postraumatica, se il trauma è la coscienza di una lunga storia di perdite e omissioni, vissuto sul proprio corpo o a questo arrivate attraverso una trasmigrazione interculturale e transgenerazionale.

Mentre sono numerosi gli studi che hanno affrontato il passaggio dalla storia dell’arte al femminismo, individuando il punto cronologico di questo passaggio negli anni settanta, porre il passaggio dall’autocoscienza alla storia dell’arte problematizza molte questioni. La possibilità di immaginare un ritorno a quei concetti fondamentali che emergono dai diari nel flusso dell’autocoscienza, costituisce il proposito di questo #libro, proprio oggi, per rispondere non a un tradimento ma alla ricerca di quei punti di contatto che possono continuare a risuonare anche a distanza di tempo.

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