Rendere evidente il legame artistico che, a distanza di quasi 500 anni, unisce idealmente l'arte del #Perugino con l'opera di #albertoburri. È l'obiettivo della #mostra "NERO Perugino/Burri", voluta da #fondazionePerugia nell'ambito delle attività promosse per le celebrazioni per il Cinquecentenario dalla morte di Pietro Vannucci, che mette in dialogo le opere di quelli che forse sono i due maggiori artisti di origine umbra accomunate dalla suggestiva e peculiare soluzione formale del fondo nero, da cui il titolo dell'evento.
La #mostra è stata presentata nei dettagli dalla Presidente di Fondazione Perugia Cristina Colaiacovo e dai due curatori della #mostra, la storica dell'arte Vittoria Garibaldi e il Presidente della Fondazione Burri Bruno Corà.
"L'Intuizione di mettere a confronto i due maestri – ha spiegato la Presidente Colaiacovo - si è sviluppata a partire dal desiderio di valorizzare, in occasione del Cinquecentenario, il gioiello più prezioso della collezione d'arte di proprietà della Fondazione: la tavoletta del #Perugino "Madonna con il Bambino e due cherubini". Da qui ha avuto origine il percorso, che inizialmente doveva essere dedicato al solo Pietro Vannucci e che, successivamente, ci ha condotto, grazie alla competenza dei curatori, a una #mostra originale che rappresenta una vera novità nel panorama espositivo. Siamo molto grati alla Fondazione Burri per questa proficua collaborazione tra istituzioni culturali del territorio che continueremo a coltivare a beneficio dell'attrattività della nostra regione".
Saranno circa 20 le opere esposte dal 21 giugno al 2 ottobre 2023 a Palazzo Baldeschi in Corso Vannucci a #Perugia accuratamente selezionate dai due curatori. Grazie alla collaborazione con la Fondazione Burri, che ha messo a disposizione le opere dell'artista tifernate, e agli importanti prestiti di prestigiosi musei, a partire dalla Galleria Nazionale dell'Umbria fino alla Galleria degli Uffizi e al Museo del Louvre, è stato possibile creare un percorso espositivo suggestivo che fa emergere i tratti comuni di due artisti pari per grandezza e solo apparentemente distanti. Le opere dei maestri Rinascimentali e del #Perugino, in particolare, hanno infatti rappresentato per Burri una fondamentale fonte di ispirazione. L'elemento più evidente che accomuna le opere in #mostra è lo sfondo nero, privato quindi delle ambientazioni paesaggistiche o prospettico-architettoniche e che rappresenta una grande innovazione per l'epoca del #Perugino ed uno dei tratti più ricorrenti nell'opera di Burri.
Ma gli aspetti comuni non finiscono qui come ha spiegato Vittoria Garibaldi che ha curato la grande #mostra sul #Perugino del 2004: "Ho avuto l'onore di conoscer,e ma soprattutto di frequentare #albertoburri negli anni Ottanta. Era solito ripercorrere le vie del Rinascimento dell'Italia centrale insieme ai suoi più cari amici come Nemo Sarteanesi. È questo un dialogo dalle radici lontane e che trova conferma nelle linee, nelle forme e nelle sensibilità cromatiche che uniscono i due grandi artisti".
Dal canto suo Bruno Corà afferma: "Le affinità da cogliere in questo episodio espositivo con il #Perugino, così come avvenuto nel 2015 in occasione del confronto di Burri con Piero della Francesca e perfino col Signorelli, risiedono nel rapporto tra le loro opere che Brandi ha definito "allotropico", cioè di creazioni che pur avendo aspetti diversi sono accomunate da una stessa sostanza: essa riguarda, infatti, oltre il colore nero, l'esigenza irrinunciabile di forma, spazio ed equilibrio nell'opera"
© Copyright 2024